Che la barca a vela, per chi ha avuto il piacere di avvicinarsi a questa esperienza sia una modalità di far vacanza fantastica è cosa direi più che nota, ma che fosse un toccasana per la mente forse non proprio tutti se l’aspettano!
Ebbene, diversi sono i motivi per cui l’esperienza in barca a vela ci aiuta a crescere e a sviluppare abilità che non sempre nella vita di tutti i giorni siamo avvezzi ad utilizzare o abbiamo la necessità di usare.
Ma vediamo nello specifico quali sono queste cose che si possono imparare dalla vita marinara.
Inutile soffermarsi su aspetti più banali per cui questo tipo di vacanza ci aiuterebbe ad imparare e sviluppare la tolleranza, la cooperazione e metterebbe alla prova la nostra capacità di uscire da quella che si generalmente chiamiamo ‘comfort zone’.
Personalmente ho avuto modo di fare tante vacanze in barca a vela e di soffermarmi ad osservare involontariamente tutte le varie interazioni che non solo le persone avevano tra di loro ma che avevano anche nei confronti dell’ambiente o degli imprevisti che potevano capitare. La barca a vela, dal mio punto di vista, non solo testa la propria capacità di socializzazione, di adattamento e di convivenza pacifica in uno spazio ridotto ma permette di implementare e sviluppare alcune competenze che nella quotidianità o mettiamo in atto automaticamente a livello inconscio o non utilizziamo proprio perchè la vita di tutti i giorni non ce lo richiede.
L’esperienza in barca a vela aiuta a:
- Capire immediatamente, mentre vive l’esperienza, il cosiddetto “locus of control”: con questo termine in psicologia si intende la tendenza dell’individuo ad attribuire ciò che gli capita nella vita a se stesso o agli altri/al contesto. In altri termini, chi ha un locus del control interno è un soggetto che tende a sentirsi responsabile di ciò che vive, chi viceversa ha un locus del controllo esterno ha l’abitudine a deresponsabilizzarsi e a ritenere gli altri, il contesto, il fato, il destino ecc. come responsabili di ciò che gli accade nella vita. L’esperienza in barca a vela aiuta a comprendere davvero le responsabilità di ogni membro dell’equipaggio: la vita in barca a vela, in cui le conseguenze di un’azione, di una manovra, di un nodo fatto bene o fatto male, delle vele regolate bene o male in virtù del vento del momento hanno conseguenze immediate e mostrano subito se ciò che sta avvenendo è di nostra responsabilità o meno
- Imparare a gestire situazioni complesse spesso in maniera piuttosto veloce. In termini psicologici più complicati aumenta quelle che gli psicologi chiamano ‘strategie di coping’. Con questa locuzione (che potremmo tradurre in italiano con ‘strategia di adattamento’) si intendono tutti quei meccanismi psicologici adattativi che un soggetto mette in atto al fine di risolvere problemi di tipo emotivo o interpersonale, con l’obiettivo di gestire, ridurre, azzerare o tollerare lo stress ed il conflitto. Ebbene la vita in barca a vela piena di contrattempi e di situazioni complesse che derivano dalla convivenza forzata in una ambiente ristretto, a volte con persone che si conoscono poco, dagli imprevisti derivanti dal meteo, da un avaria improvvisa ecc. aiutano l’individuo a trovare nuove strategie di fronteggiamento rispetto a problemi che hanno poco a che fare con la solita quotidianità che viviamo a terra. Non solo, la vita da marinaio, quando non va proprio nel verso giusto, ci mette davanti spesso anche il senso di frustrazione con il quale dobbiamo imparare a fare i conti.
- Sviluppare nuove abilità corporee e a consolidare quelle che già possediamo: in altre parole la barca a vela, utile anche per i portatori di handicap o per chi soffre di disturbi mentali, aiuta a sviluppare il proprio sé corporeo cioè a consolidare la propria identità mediante il movimento. Quando si è in barca a vela occorre prestare molta attenzione ai movimenti, bisogna stare attenti a non compiere azioni maldestre che potrebbero provocare scomode conseguenze su tutto l’equipaggio o semplicemente mettere in pericolo se stessi.
- Implementare l’attenzione : come già detto nel punto precedente, l’attenzione in barca a vela deve essere sempre mantenuta alta perché i pericoli e le situazioni da gestire improvvisamente e con tempestività possono essere molteplici. L’esperienza in barca a vela ci costringe ad utilizzare sia la cosiddetta attenzione selettiva nonché quella focale. La prima è per così dire la facoltà dell’essere umano di selezionare tra una miriade di stimoli esterni, l’informazione più urgente sulla quale si deve porre la propria attenzione. il nostro cervello infatti, non ha capacità illimitata pertanto non possiamo prestare attenzione a tutto ciò che ci circonda, e quindi dobbiamo necessariamente scegliere volta per volta cosa è degna della nostra attenzione e cosa no. In questo senso la vita in barca a vela ci aiuta a selezionare in maniera più pertinente, a seconda delle esigenze del momento, ciò che si deve fare in un data circostanza e a trascurare il resto che invece non è urgente in quella situazione. Al tempo stesso però, la vita da marinaio ci insegna anche l’attenzione focale, ovvero a prestare attenzione ad una cosa specifica, quindi a porre la nostra attenzione su una tal cosa. In altri termini è come se, una volta manifestatasi un urgenza in barca il nostro cervello prima selezionasse mediante l’attenzione selettiva ciò a cui si deve prestare attenzione in quel momento, quindi valutasse tra una serie di stimoli quello più urgente a cui prestare attenzione e poi utilizzasse l’attenzione focale per risolvere quello specifico problema
- Implementare i sensi: il grande silenzio di cui si può godere in una baia deserta in cui si trascorre la notte mette l’individuo nella posizione non solo di ascoltare rumori diversi da quelli che si ascoltano a terra come lo scricchiolio di una cima o il rumore di un grillo che sbatte su una sartia, ma di implementare i propri sensi in assoluto, a 360 gradi. In barca staremo più attenti ai rumori che devono essere sempre monitorati perché potrebbero rappresentare la manifestazione di un pericolo imminente o di un avaria, a ciò che il nostro corpo prova, più attenti al nostro stomaco per esempio specie se soffriamo il mal di mare per cui è necessario alla prima avvisaglia di malessere mettersi nella condizione più utile perchè non peggiori (uscendo fuori se si è sottocoperta o sdraiandosi qualora se ne senta la necessità, mangiando una cosa salata che aiuta sempre), più attenti al contesto, a ciò che si osserva specie se il comandante ci ha dato l’ordine di controllare se ad esempio sotto alla vela del fiocco si intravedono altre imbarcazioni con cui si potrebbe collidere. La vela è quindi un’esperienza che non solo ci aiuta a implementare come già detto la nostra attenzione e a sviluppare nuove abilità corporee ma anche a sentire maggiormente ciò che il corpo ci comunica, a renderci pertanto più consapevoli di ciò che siamo, esperimento a mio avviso di scoperta e di meraviglia
- Accelerare i processi di socializzazione: la barca a vela, secondo la mia personale esperienza di velista in erba, velocizza la nostra capacità di socializzazione nel senso che se per entrare in confidenza con l’altro a terra mi occorre un certo lasso di tempo, in barca a vela, a causa della ‘promiscuità’ e dello spazio ristretto, la socializzazione avviene in un lasso di tempo decisamente minore. Fantastico non trovate?! Non solo, l’esperienza in barca a vela ci fa perdere di vista il senso del tempo perchè il tempo è come se si dilatasse, non esistono più gli orari che abbiamo a terra ma quelli più funzionali rispetto alle esigenze di crociera. Per esempio, in genere l’orario del pranzo o della cena si modificano rispetto alle esigenze di navigazione, o alle condizioni meteo per cui potrà capitare che si pranzi o si ceni molto tardi o molto presto a seconda dell’orario in cui si è stati costretti a svegliarsi o a seconda delle ore di navigazione che si devono affrontare. In certo qual modo è come se la barca a vela ci portasse fuori dal tempo, in una dimensione molto diversa da quella che siamo abituati a vivere a terra, avremo la possibilità di ‘buttare l’orologio’ e di stare davvero ai nostri orari che diventeranno gli orari speciali di quell’equipaggio specifico di cui facciamo parte, sperimentando davvero un senso di libertà che poche altre esperienze sono in grado di darci. Anche qui, la vela ci metterà di fronte ad una nuova grande sfida: l’adattamento.
- Aumentare l’autostima cioè quello che in psicologia viene chiamata auto-efficacia ovvero la fiducia che si ha in se stessi, l’idea di quanto si vale, di quanto si è capaci di fare alcune cose o di affrontarne altre. Ma perchè una vacanza in barca a vela dovrebbe aumentare la nostra autostima? Ebbene, risolvere un problema in barca in situazioni di normalità o invece di emergenza in maniera veloce e risoluta chiaramente porta ognuno di noi a percepirsi come bravo, efficace e quindi tutto ciò aumenta necessariamente il nostro senso di auto-efficacia (o autostima che dir si voglia). La vita in barca dà la possibilità di affrontare problemi nuovi in un ambiente tutto sommato controllato perché si può godere dell’aiuto dell’equipaggio con il quale si veleggia, quindi risulta essere il contesto ideale per sperimentarsi e rendersi conto di quante risorse abbiamo in realtà, più ci accorgiamo di quante cose sappiamo fare e più la nostra autostima sale
- Stimolare la creatività ed il pensiero trasversale: potrei raccontare un’infinità di situazioni di emergenza nelle quali mi sono trovata con il mio mitico comandante Cesare in cui c’è stato davvero bisogno di spremerci le meningi per risolvere un imprevisto con mezzi di fortuna. Dalla volta in cui abbiamo avuto la necessità di disincagliare l’ancora senza l’aiuto di un sub cercando di farlo con i pochi mezzi che avevamo ed un sub improvvisato senza bombole a disposizione nel nostro equipaggio, a quando abbiamo fatto acqua dalla cannella di un ristorante ma non avevamo fondale per poterci avvicinare a terra ed abbiamo improvvisato un tubo lunghissimo che tenevamo unito con le mani da seduti su uno scoglio che si trovava a metà strada tra la barca ed il ristorante. Quindi fidatevi, la barca a vela stimola davvero la creatività, mette nella condizione di utilizzare il pensiero trasversale (cioè quello non convenzionale e lineare) per esempio pensare a quale oggetto può essere riciclato e riadattato per sostituirne un altro di cui avremmo bisogno ma che non possediamo, o quale utensile possiamo creare per renderci la vita in barca più semplice o come possiamo sistemare gli oggetti in modo che non cadano durante la navigazione, o dove possiamo infilare le cose per occupare tutti, ma davvero tutti gli spazi, anche quelli più impensabili, per lasciare spazio ad altre cose che si usano più di frequente, fino a pensare a come riciclare in nuove ricette tutti gli avanzi di un pasto per non buttare via cibo
- Vivere nuove routine: La routine spesso è considerata come un qualcosa di negativo perché è come se la pensassimo alla stregua di una trappola ma a mio avviso invece è svalutata e sottovalutata. Secondo me, infatti, la routine porta con sé diversi aspetti potenti e positivi. La routine, infatti, ci infonde sicurezza e stabilità perché sappiamo cosa ci possiamo aspettare da ‘lei’, è una sfera, per così dire, controllabile e quindi al suo interno ci muoviamo con facilità e tranquillità. La routine per l’adulto ha la stessa funzione che hanno le regole per il bambino: definisce un ambiente sicuro dal quale non ci aspettiamo sorprese! La vita della barca a vela crea sicuramente nuove routine lontane dalla nostra quotidianità perché ci sono cose da fare sempre con metodicità tutti i giorni come riordinare le cime una volta finita una traversata, chiudere bene le vele, accendere le luci notturne quando si è in rada ecc. Se si è avvezzi alla barca a vela si noterà come il comandante (colui che è delegato all’organizzazione della barca soprattutto in coperta) dedicherà molto tempo a determinate operazioni che deve fare per rendere la barca sicura, comoda e fruibile per tutto l’equipaggio.
Detto ciò, poiché per via del decorso dell’emergenza COVID-19, non sappiamo se nelle prossime vacanze avremo o meno la possibilità di andare all’estero, pensate all’opportunità di unire l’utile al dilettevole, cioè fare una vacanza in barca a vela nei nostri mari potenziando le abilità di cui sopra.
Allora, non mi resta altro che aggiungere….buon vento!
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