Lo scorso sabato, su qualunque canale ci si sintonizzasse, si parlava o si assisteva alla diretta del matrimonio più atteso dell’anno: quello del Principe Harry e di Meghan Markle. Questo evento è passato come la storia di Cenerentola che sposa il principe e corona il suo sogno d’amore e chissà quante donne di fronte a quelle dirette hanno sognato un matrimonio simile per loro.
Questo evento così tanto seguito e una domanda di un mio amico alle prese con una fidanzata che si vuole sposare (e lui no!) mi ha fatto pensare di scrivere questo articolo e mi ha indotto ad effettuare qualche riflessione in merito.
Nella mia storia ne ho viste di coppie sposarsi e ne ho viste tante anche lasciarsi perché uno dei due voleva convolare a nozze e l’altro no. E indovinate un po’ chi voleva sposarsi e chi invece non aveva questo desiderio? Nel 99% dei miei casi personali era la donna a premere per il matrimonio e l’uomo a restarne perplesso.
Ma perché il gentil sesso è più propenso al matrimonio rispetto agli uomini? Ci sono diversi fattori da considerare secondo me.
Quando accompagnai una mia amica a scegliere il vestito da sposa (l’unico caso di mia conoscenza in cui questa volta era lui che voleva sposarsi e lei era meno interessata alla faccenda), mi colpì l’osservazione della commessa che disse alla mia amica, alquanto indecisa sulla scelta dell’abito, “signorina, deve scegliere il vestito che più si avvicina a quello che sognava da bambina!”. La mia amica mi guardò e mi disse: “Ma che ne so, io da bambina non passavo il tempo a pensare a quale sarebbe stato il vestito con il quale forse mi sarei sposata da grande!”. La scorsa settimana, durante un progetto che svolgo a scuola, una bambina di seconda elementare, in un gioco, doveva lanciare un pelouche a forma di topo (che aveva come scopo eleminare uno dei suoi compagni quello che veniva toccato dal topo in volo), verso gli altri bambini ed ogni volta che lo lanciava diceva “Viva gli sposi!”… Perché vi ho fatto questi due esempi? Per introdurvi il primo fattore che spinge una donna a volersi sposare. Bisogna capire che una bambina, fin da piccola è bombardata dal messaggio che prima o poi si sposerà: è la mamma, la zia, il papà, le amichette, la televisione, le favole che le si leggono la sera… tutti mandano lo stesso messaggio: prima o poi ti sposerai!! Poche sono le eccezioni a questo stato di cose: io sono una di quelle eccezioni, mia madre mi diceva “figlia mia, non ti sposare mai!” e mi racconta che quando litigavamo io le dicevo “e allora io mi sposo!” e lei mi rispondeva “peggio per te!”(per il momento le ho dato retta, ancora reggo alla tentazione del matrimonio e sono ancora nubile… c’è chi alla mia età si è sposata già due volte…). Quindi, cari uomini, mi dispiace dirlo ma voi dovete far i conti con il risultato di anni di lavaggio del cervello continuo da parte di tutti che ha inculcato nella testa delle donne che esse valgono solo se si sposano, altrimenti sono delle nullità! Una prima motivazione per cui alle donne piace sposarsi è perché hanno voglia di coronare il loro sogno di bambine con un matrimonio da favola per compiacere se stesse e chi ci ha sempre detto che questo era un obiettivo imprescindibile per una donna se voleva avere una vita dotata di senso! Difficile scardinare anni di fantasie, di lavaggi del cervello e di voglia di status e di affermazione che solo tramite il matrimonio sembrerebbero essere accessibili!
Ma c’è secondo me un secondo motivo, che, mi dispiace, questa volta dipende dall’atteggiamento bambinesco e ‘farfallino’ degli uomini di oggi.
Al di là dell’affare economico degli anni appena trascorsi e che per fortuna sta cambiando grazie anche alla sentenza di Cassazione civile, sez. I 10/05/2017 n° 11504, approvata nel maggio scorso, per cui se una donna si sposava e faceva un figlio e poi si separava poteva anche smettere di lavorare perché con il mantenimento del ex coniuge si era sistemata a vita, la donna di indole cerca certezze, specie se chi ha accanto ne concede poche.
Il matrimonio a tutt’oggi per la donna è sintomo d’impegno da parte dell’uomo, non ci sono convivenze o stipule di mutuo che reggano di fronte alle garanzie che una donna riceve dal proprio uomo con il matrimonio, e non sto parlando di garanzie economiche questa volta, ma di garanzie emotive!
La domanda che ho fatto al mio amico di cui vi parlavo prima quando mi ha chiesto “ma perché voi donne ci tenete così tanto al matrimonio?” è stata la seguente: “tu lasceresti più probabilmente un lavoro con contratto a tempo indeterminato o un lavoro senza contratto se ti si presentasse la possibilità di cambiare lavoro?”. Le donne credono che se ci si sposa, l’uomo si impegnerà maggiormente a far funzionare le cose e non mollerà alla prima difficoltà come potrebbe accadere in una convivenza per cui ognuno torna a casa sua, spartendosi i libri ed i piatti. D’altronde, se si crede nel vincolo del matrimonio ci si sposa dicendosi “nella buona e nella cattiva sorte… finché morte non ci separi” e questo rassicura molto una donna. Poca fiducia del gentil sesso verso gli uomini? Probabilmente si, però c’è da chiedersi anche il perché! Forse perché l’offerta oggigiorno è tanta e basta poco per far saltare una convivenza?!
Insomma, in altri termini, semplificando, le donne hanno bisogno di conferme, di sicurezze, di creare un progetto con l’uomo che scelgono e la convivenza non offre secondo loro la cornice ideale per realizzare questo progetto che convivendo resta solo verbale mentre sposandosi si incarna in una stipula di un contratto che permetterà la realizzazione di tale progetto.
E gli uomini? Perché scappano a questa proposta o devono essere spesso ricattati, o ridursi vittime di un out out per concedere il loro bene placido in materia? Alcuni perché hanno paura di ridursi a vivere in miseria se il matrimonio dovesse saltare anche se per fortuna, come già accennato, grandi passi si stanno facendo in giurisprudenza perché ciò non accada più, altri, perché diciamocelo francamente, agli uomini non piace proprio impegnarsi, si sentono in gabbia! Se un uomo potesse non si prenderebbe neanche la responsabilità di scegliere che paio di calzini indossare la mattina!
E quindi? Come conciliamo questi due voleri? Come per tutte le altre questioni di coppia ci si dovrebbe venire incontro e pensare seriamente a cosa vuol dire sposarsi per i singoli ma soprattutto per la coppia. Una parte della frase che si recita sposandosi è la seguente (qualche uomo leggendola avrà i conati di vomito, mi rendo conto!): “[…] prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Quindi che vuol dire? Se si prendono SERIAMENTE le parole che si recitano sposandosi e non ci si sposa perché così si corona il sogno di bambina o perché si ha interesse nel fare il matrimonio del secolo, la bella festa, indossare il vestito bianco e avere i regali degli inviati, per chi lo intende seriamente, che sia cattolico praticante (tanto più) o meno, sposarsi vuol dire promettere amore eterno, supporto eterno, vicinanza eterna, collaborazione eterna, fedeltà eterna, lealtà eterna, sostegno eterno nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, è un atto di generosità (visto così è un bel progetto, no?) perché presuppone che sposandoci, ciò che è mio diventa anche dell’altro e ciò che è dell’altro diventa anche mio, ma soprattutto vuol dire fidarsi ed affidarsi, due cose indispensabili per una coppia! Fidarsi e affidarsi, mi rendo conto, è solo per i coraggiosi, quindi, mi sento di concludere che, sposarsi, quando lo si fa seriamente, è roba solo ed esclusivamente per i coraggiosi! E chiunque credo abbia voglia di avere accanto una persona coraggiosa, quindi decidete voi se conviene avere al vostro fianco una donna coraggiosa che tiene al matrimonio così come poco sopra descritto o la ‘donna di turno’! E ricordatevi, per amare ci vuole coraggio ed il coraggio non è mai fuori moda!
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