Chi di noi non ha come obiettivo nella vita quello di essere felice! Certo per ognuno di noi la felicità si esprime in maniera diversa. C’è chi pensa di raggiungere la felicità avendo un lavoro gratificante, chi avendo una solida famiglia, chi viaggiando, chi potendosi permettere una vita di lusso. Su un dilemma però credo siamo tutti concordi, ed è il dilemma più antico e dibattuto del mondo: ma i soldi fanno o non fanno la felicità? L’80% delle persone crede di sì, un altro 50% crede che sia la fama a dare la felicità, ma secondo lo studio che proponiamo in questo articolo, invece, né gli uni, né l’altra darebbero la felicità.
Lo psichiatra Robert Waldinger, ben 75 anni fa, iniziò uno studio proprio su questo tema e scoprì che è la capacità di creare e mantenere relazioni interpersonali positive a dare la felicità. Lo studio dello psichiatra cominciò negli Stati Uniti, precisamente a Boston nel 1938 e coinvolse 724 ragazzi originari da zone disagiate. Questo campione fu seguito e monitorato dallo studioso per due anni mediante dei colloqui individuali, dei test scritti e delle analisi che sondassero il loro stato fisico, le loro condizioni di salute, i loro successi od insuccessi in ambito familiare e lavorativo e le loro relazioni. I risultati evidenziarono che il loro stato di serenità e la loro longevità non erano dati dalla loro posizione sociale o dai loro beni materiali, bensì dalla qualità delle relazioni sociali che questi erano stati in grado di intessere. Attenzione, dalla qualità di questi rapporti, non dalla quantità! Inoltre lo studio sottolineò come chi aveva una relazione a due solida percepiva meno dolore e che ad un matrimonio litigioso era preferibile, per essere più felici, un divorzio!
Da tutto ciò, pertanto, si evince che le relazioni affettive sono correlate positivamente con la felicità ovvero fanno bene al corpo ed anche alla mente, al contrario dei beni materiali che inciderebbero poco sul nostro grado di felicità. Ovviamente, dal mio punto di vista, possibilità di avere un gran numero di beni materiali e buone relazioni sono due variabili decisamente inversamente proporzionali. Ma vediamo perché penso ciò. Per avere tanti beni materiali dobbiamo avere tanti soldi e per avere tanti soldi, specie al giorno d’oggi in cui gli stipendi sono da fame, bisogna lavorare tanto. Lavorare tanto significa dedicare più di due terzi del nostro tempo al lavoro. Ma per avere relazioni significative occorre avere del tempo da investire su questi rapporti, tempo che non abbiamo se lavoriamo tanto. Quindi, come riassume il diagramma sottostante, più rincorriamo i beni materiali, che possiamo permetterci solo occupando la maggior parte del nostro tempo lavorando, meno avremo tempo per intessere le relazioni positive e significative che sono ciò che ci rende davvero felici e siccome siamo meno felici ci gratifichiamo comprando cose, innescando un circolo vizioso.
Ma se, come oggigiorno, in realtà lo stipendio a male pena basta per pagare le spese e non possiamo proprio lavorare meno per curare le nostre relazioni, che possiamo fare per essere comunque più felici?
Ecco qualche piccolo suggerimento:
- Imparare a sapersi accontentare: Timoteo (6:7,8) negli Atti degli Apostoli ci invita a riflettere su questo tema con queste parole: “Non abbiamo portato nulla nel mondo, e nulla possiamo portarne via. Quindi, avendo da mangiare e di che vestirci, di queste cose ci accontenteremo”. Questo passo a mio avviso è quanto mai attuale in una società che ci manipola continuamente creandoci bisogni indotti, ovvero necessità di cose che sembrano irrinunciabili per vivere bene ma di cui in realtà non abbiamo bisogno. Quando abbiamo da mangiare, da vestire, il giusto per pagare una casa e le bollette, cosa altro ci occorre per essere felici? Abbiamo visto che non sono i beni materiali a riempirci la vita, ma gli altri! E per stare con gli altri occorre tempo, tempo che non abbiamo se dobbiamo fare gli straordinari per poterci permettere beni materiali. Non solo! Le persone che si sanno accontentare sono in genere meno lamentose, quindi più felici, non attirano le invidie degli altri e poiché non desiderano ciò che non hanno vivono con minore stress ed ansia
- Cercare di uscire dalla trappola dei bisogni indotti: quando ci viene voglia di comprarci qualcosa e sappiamo che magari per far ciò dovremo lavorare di più sottraendo del tempo ai nostri figli, ai nostri genitori che si fanno sempre più anziani, ai nostri partner, fermiamoci e chiediamoci quanto davvero quel bene ci interessa ed è importante per noi o quanto invece questa nostra esigenza è frutto della manipolazione capitalistica nella quale viviamo. Ciò non vuol dire non concedersi nulla, significa acquisire la libertà di scegliere ciò che veramente desideriamo senza farci condizionare e soprattutto, stando al nostro discorso, significa …
- Considerare le persone più importanti delle cose! Un proverbio ci insegna: “è meglio un piatto di verdura dove c’è amore che un toro ingrassato dove c’è odio”. Le relazioni, l’amore sono più importanti delle cose, sono molto più preziosi. È l’amore la vera chiave che apre la porta della felicità e l’amore non risiede nelle cose ma nelle persone!
- Occorre essere generosi: anche qui gli Atti degli Apostoli (20:35) ci danno un’indicazione saggia: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere.” Chi pratica la gentilezza è più felice perché prova piacere solo nel rendere felice chi gli sta intorno. Non importa ciò che si dona, fosse anche solo il tempo e le nostre energie. C’è qualcosa che vale più del tempo? Esiste un bene materiale che vale di più? Si può comprare con i soldi il tempo? La risposta a queste domande è no, pertanto il regalo più grande che potete fare a chi amate è dedicargli il vostro tempo! Chi è generoso riceve tantissimo in cambio, tutte cose come l’amore, il rispetto, i buoni amici che il denaro non può comprare!
Vorrei lasciarvi alle vostre riflessioni con le parole di una poesia di Elli Michler…
Ti auguro tempo
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.
Ora per concludere, un augurio: spendete bene il vostro tempo e dedicatelo a chi vi rende davvero felici, non rincorrete i beni materiali perché, come abbiamo visto, non sono questi a rendervi felici!
E poi un video, stralcio di “Into the wild“, chi ha visto questo film capirà! A chi non l’ha visto, lo consiglio!