Lo so, è difficile di questi tempi in cui occorre lavorare tanto per arrivare a fine mese, in cui non si ha una moglie in casa che ha il tempo di preparare la cena, in cui ci si può dedicare poco ai figli, in cui ci si tiene al fisico e per ciò si va in palestra, trovare il tempo per curare le relazioni sociali, ma… secondo questo studio, se vogliamo mantenere una mente giovane occorre farlo! Eh già, perché pare proprio che stabilire e mantenere in piedi solidi rapporti sociali aiuti via via nel tempo a ottenere ottime prestazioni cognitive in età avanzata!
Questo è quello che emerge da una ricerca effettuata nella Northwestern University di Evanston (Illinois). Lo studio è stato pubblicato su ‘Plus One’ ed ha visto rispondere una serie di soggetti in là con gli anni ad un questionario di 42 domande, una versione della Psychological Well- Being Scales di Carol Ryff, che indagava sei aspetti del benessere psicologico, dalle relazioni sociali alla crescita personale analizzando anche gli obiettivi che ci si pone nell’arco della vita. I risultati dell’indagine hanno evidenziato che chi ha una buona cerchia di amici e intrattiene significative relazioni sociali è riuscito a totalizzare un punteggio pari a 40, mentre il gruppo di controllo, meno incline alla socialità ha risposto correttamente a 36 quesiti. Sembrerebbe pertanto che impegnarsi ad avere rapporti con gli altri tenda a rallentare il declino cognitivo. Questo perché socializzare è un processo dinamico che coinvolge più aree del cervello e lo rende più veloce e pertanto più giovane. Tutto ciò non significa che dobbiamo partecipare tutte le sere ad una festa o uscire in continuazione per far baldoria, ma ci invita a trovare il tempo per curare le nostre relazioni. C’è chi preferisce intessere legami con un’infinità di persone e chi invece si circonda di pochi ma buoni amici, questo dipende un po’ da come siamo fatti. La socialità, infatti, può assumere le forme più svariate, l’importante è ricordarsi di entrare in contatto con l’altro, ognuno a suo modo! Da altre ricerche è stato dimostrato anche quanto malattie cognitive degenerative come l’Alzheimer o altri tipi di demenza senile siano correlate positivamente con le relazioni sociali: meno si socializza più si ha il rischio di incorrere in una di queste patologie.
Il rapporto con gli altri, infatti, stimola diverse abilità cognitive: il confrontarsi ci costringe a pensare, l’entrare in rapporto con il prossimo ci aiuta a sviluppare l’empatia, ci sprona a vedere le cose in un’altra ottica, in una nuova luce per poter comprendere appieno chi si ha di fronte. Non solo, spesso con gli altri si fanno cose che da soli non si farebbero come andare al cinema o fare un viaggio e tutto ciò ci arricchisce di esperienze nuove che ci fanno crescere e mettere in moto, di fronte alle più svariate situazioni, parti del cervello che altrimenti resterebbero sopite. Un giovane, pertanto, mediante le interazioni sociali sperimenta cose nuove, un anziano, invece, si pensi a coloro che frequentano circoli di varia natura, spesso si dedica a giochi come le carte, gli scacchi od altro, tutte attività che richiedono di attivare il cervello. Tutto ciò non vuole sminuire l’importanza della lettura, dei cruciverba, del cucito, de ricamo o di altri hobby che si praticano da soli, ma sembrerebbe proprio che anche il solo parlare con gli altri mantenga la mente giovane.
Allora che dire? Ai genitori ‘lasciate uscire i vostri figli, saranno degli anziani più svegli!’ a chi è già in là con l’età, lasciate la vostra Settimana Enigmistica sul divano e trovate un bel centro anziani vicino casa e datevi alla pazza gioia con i vostri coetanei!
Buon divertimento!
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