Patrizia é una mamma di due bambine. Non lavora, da quando si é spostata ha deciso di stare a casa perché il suo sogno é sempre stato quello di avere una famiglia numerosa. La mattina si sveglia e porta la figlia maggiore all asilo, poi torna a casa sbriga le faccende mentre la sua secondogenita comincia ad esplorare la casa gattonando. Da un po’ di tempo si sente sovraccaricata di impegni e di responsabilità, le bambine le danno troppo da fare ed il marito é poco presente perché lavora molto. Tutto questo stress l’ha fatta precipitare in un loop psicologico che le cortocircuito il cervello: si pone continuamente delle domande sulle sue figlie e su quello che sia meglio fare con loro ed ogni volta che tenta di rispondere a queste domande e pensa di aver sciolto il suo dubbio si apre un nuovo scenario permeato di altrettante domandi indicibili. Chiede alle sue più grandi amiche cosa sia giusto fare, si confronta con il marito e cerca su internet forum dove si parli di rapporti tra genitori e figli. Ma nulla le toglie il dubbio di cosa debba fare, e più ci pensa, più non arriva ad una risposta di cui è ceta e convinta.
Patrizia é vittima di ciò che la terapia strategica chiama dubbio patologico che mette il soggetto in una condizione di eterna insicurezza perché tenta di rispondere a domande che sovvengono alle quali però non esiste una risposta.
La terapia strategica in poche sedute cortocircuita il processo di domanda-risposta liberando la mente del paziente.
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