Negli ultimi tempi la parola pandemia ha fatto il giro del mondo coinvolgendo un pò tutte le razze, le etnie e gli stati.
Abbiamo avuto la pandemia asiatica, poi quella messicana ma per fortuna…..siamo sopravvissuti!
Un recente studio di Nathan Wolfe, cacciatore di virus, ci informa che questa volta, il rischio pandemia arriva dal continente nero. Secondo i suoi studi, infatti, esisterebbero, in Africa, dei nemici piccolissimi, un raro tipo di virus, che nascerebbe tra gli animali prima di trasferirsi nei villaggi degli uomini per poi diffondersi in tutto il mondo sotto forma di pandemie.
Ma quanto credito dare a questa ricerca? Non si sa, infatti, quella che potrebbe essere la manifestazione fisiologica del virus nel corpo umano, l’unica cosa certa è che al momento è stato rintracciato un virus che si trasmette dagli animali all’uomo. É opportuno, allora, allarmare la popolazione mondiale con una notizia del genere, o forse sarebbe meglio aspettare di conoscere meglio il virus in questione e le sue conseguenze sull’uomo prima di diffondere la notizia? Rendere pubblici certi studi, ancora incerti, infatti, potrebbe creare una sorta di profezia che si autoavvera; la gente, allarmata, potrebbe cominciare a star male alla sola idea di una pandemia rischiando di finire nel panico, “contagiando”, così, chi gli sta vicino, creando un effetto a catena.
A questo punto, forse, sarebbe opportuno frenare le lingue ed accertarsi prima dellafondatezza della scoperta scientifica, e poi lanciare l’allarme “mamma mia, pandemia“.
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